lunedì 31 maggio 2010

israele contro il convoglio umanitario

secondo Internazionale:…”Le forze armate israeliane hanno attaccato un convoglio di aiuti umanitari diretto a Gaza. Almeno 16 civili, quasi tutti turchi, sono stati uccisi nel raid compiuto quando la nave, la Mavi Marmara, si trovava in acque internazionali.Lunedì mattina presto, come minacciato fin da quando la Freedom Flotilla era partita dalla Turchia per la Striscia di Gaza, Israele ha intercettato il convoglio, composto da sei navi, che trasportava centinaia di attivisti di vari paesi e diecimila tonnellate di aiuti umanitari.Un portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato che i militari hanno aperto il fuoco dopo essere stati assaliti con bastoni e coltelli dagli occupanti della nave che il commando cercava di bloccare, scrive Ha’aretz.Si è anche diffusa la notizia della morte del leader palestinese Raed Salah, che probabilmente si trovava a bordo. Se la sua morte fosse confermata, scrive Amos Harel sempre su Ha’aretz, la rabbia dei palestinesi potrebbe esplodere. Sarebbe l’inizio della terza intifada…”

martedì 25 maggio 2010

il finale di lost

Lost è una serie televisiva statunitense creata da J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber. Trasmessa a partire dal 2004 negli Stati Uniti, è ambientata principalmente su una misteriosa isola tropicale nel Pacifico del sud in cui si ritrovano i sopravvissuti di un incidente aereo.Così dopo 6 anni e 114 episodi nelle giornata di domenica 23 maggio e il lunedi successivo è andato in onda il tanto atteso finale,che il mondo intero attendeva tanto.Bè a me il finale non è assolutamente piaciuto:gli hanno dato un taglio metafisico-spirituale che non ha spiegato un bel nulla,e che ha confermato la brutta piega che aveva preso la storia,l’incredibile cambiamento della storia stessa dalla prima serie(bellissima) a questo finale pasticciato,scombinato e sconclusionato.La prima serie con il progetto Dharma aveva una andatura fantascientifica benfatta molto bella che purtroppo ha perso con il passare del tempo;il finale con la “luce”(divina?)conferma questo andazzo…In rete si parla gia di 20 minuti aggiuntivi sui dvd che spiegheranno un altro pò di cose e forse tra un pò di anni faranno un bel film al cinema per spiegare ancora altre cose…tutto per riempire le tasche dei diabolici produttori-creatori.Ma si sà è un telefilm e quindi non è cosa tanto seria.

domenica 23 maggio 2010

dedicato all’inter

Tutto quello che mi viene in mente,recita il sottotitolo del mio blog.Bè,la mia mente,il mio cuore sono occupati solo da un pensiero in questo momento:l’Inter di Mourinho-Moratti-Milito che trionfa in Champions League.Non sono un grosso esperto,intenditore di calcio,di tattiche o di cambi non ne sò un granchè,paradosso vivente in una Italia perennemente occupata dal Dio Calcio;è il mio cuore che parla in questo momento.Noi interisti come quella canzone di Lucio Dalla che diceva…”Ci nascondiamo di notte… Per paura degli automobilisti…Siamo i pessimisti…”Tre grandi vittorie,un grande slam,stare sul tetto d’europa e quei ragazzi di 20-25 anni vestiti di nerazzurro che aspettavano l’inizio della partita all’ingresso di un famoso locale della mia città,dichiaratamente interista,in cui si proiettavano le immagini in nerazzurro;le lacrime del tecnico;i 45 anni di attesa e nel mezzo tante delusioni,tante bufale,tante sconfitte ripagate da una magica serata.No niente polemiche ma solo quattro righe di celebrazione di una autentica leggenda,appunto l’Inter di Mourinho-Moratti-Milito. 

giovedì 20 maggio 2010

marea nera

dal sito di greenpeace:

“…A quasi un mese dall'esplosione della Deepwater Horizon, il petrolio inizia ad arrivare sulla coste. Greenpeace,prima di essere allontanata dalla Guardia costiera,è riuscita a documentare con le foto la spiaggia ricoperta da uno strato di catrame denso e viscoso nell'area di South Pass, in Louisiana, vicino alla foce del fiume Missisipi.Recenti stime confermano le ipotesi di Greenpeace che la reale fuoruscita di petrolio sia di ben dieci volte più grande di quanto dichiarato da BP: ecco perché si cerca di nascondere agli occhi dell'opinione pubblica l'entità di questo disastro. Prima avvelenano il mare con i disperdenti chimici per far sparire il petrolio e adesso allontanano chi cerca di monitorare e documentare l'espandersi del disastro.Sembra che la BP abbia veramente fatto male i sui conti. In documenti ufficiali compilati prima di ricevere l'autorizzazione per queste esplorazioni petrolifere la compagnia affermava, infatti, che era improbabile si verificasse una catastrofe, e che, in caso di disastro, le 50 miglia di distanza dalla costa avrebbero reso altrettanto improbabile un interessamento della costa.Ma il petrolio è arrivato a terra e a nulla sono valsi i tentativi per arginarlo. È passato più di un mese e il pozzo non è ancora stato chiuso. È ormai sotto gli occhi di tutti che non esistono misure preventive o sufficienti tecnologie di pronto intervento: il rischio delle perforazioni petrolifere offshore è troppo alto per l'ambiente e per le popolazioni.Eppure è di pochi giorni fa la notizia che i piani della Shell per iniziare perforazioni petrolifere in Alaska stanno andando avanti, mentre anche nel nostro Mediterraneo le richieste di autorizzazioni aumentano, soprattutto in Adriatico e nel Canale di Sicilia…”

guarda le foto

mercoledì 19 maggio 2010

bangkok,thailandia

La situazione in thailandia sta precipitando.
Amnesty International ha chiesto all'esercito thailandese di porre immediatamente fine all'uso della forza letale nei confronti delle manifestazioni antigovernative in corso nella capitale Bangkok.
Dal 13 maggio, quando il governo ha dato inizio all' "Operazione Rachaprasong", i soldati hanno sparato con proiettili letali e di gomma, uccidendo almeno 35 persone prive di armi: tra queste, due medici che indossano delle uniformi bianche con una croce rossa ben visibile, colpiti il 15 e il 16 maggio, e un ragazzo di 15 anni, ucciso il 15 maggio ed anche una vittima italiana, Fabio Polenghi, fotoreporter milanese di 48 anni, colpito all'addome da un proiettile. I feriti sono stati oltre 200, tra cui diversi giornalisti locali e stranieri e un ragazzo di 10 anni.

 Molti testimoni oculari hanno riferito ad Amnesty International di aver visto soldati sparare con fucili a lunga gittata a una distanza dalla quale le vittime non potevano rappresentare alcun pericolo.
 Il 14 maggio il colonnello dell'esercito thailandese Sansern Kaewkamnerd, a nome del Centro per la soluzione delle situazioni di emergenza, ha dichiarato che i soldati avrebbero dovuto mantenersi a distanza dai manifestanti e usare le munizioni per impedir loro di avvicinarsi, mirando sotto il ginocchio e sparando un colpo alla volta.
 Si tratta, secondo Amnesty International, di disposizioni inaccettabili ai sensi del diritto internazionale e degli standard internazionali, che prevedono che le armi da fuoco devono essere usate solo come ultima risorsa, quando una persona sospetta oppone resistenza armata o mette in pericolo la vita di altre persone e solo se misure meno estreme non siano risultate sufficienti a trattenerla o arrestarla. Al di là di evidenti situazioni di autodifesa, il controllo dell'ordine pubblico deve essere eseguito da personale di polizia formato che usa armi non letali e non da soldati dotati di munizioni letali.

altre notizie dalla thailandia

domenica 16 maggio 2010

Chernobyl

ecco il bellissimo sito di Elena Filatova,che parla di chernobyl
eccone un estratto…”Di primo acchito, la Città Fantasma appare come una città qualunque. Ci sono una fermata del taxi, un negozio d’alimentari, i panni stesi ad asciugare appesi ai balconi e le finestre ancora aperte. Poi l’occhio cade su di una scritta che campeggia sulla parete di un edificio. Dice – "Il Partito Di Lenin Ci Condurrà Al Trionfo Del Comunismo" …e tristemente si realizza così che quelle finestre erano state aperte all’aria fresca della primavera dell’aprile 1986.Ci sono molti posti a rischio di crollo ed altri che hanno assorbito quantità molto intense di radiazioni. Posti in cui nessuno si permetterebbe di metter piede. Uno di questi è, ad esempio, la Foresta Rossa, un altro ancora il Cimitero della Città Fantasma. I parenti delle persone sepolte laggiù non possono visitare le tombe perché, a parte i morti, sotto quella terra riposa anche molta della grafite radioattiva che era presente nel nocciolo del reattore. E’ uno dei luoghi più tossici del pianeta…”                                                                                  chernobyl

sabato 15 maggio 2010

il giudice garzon

In tutto il mondo alcuni coraggiosi giudici indagano sul "potere"
da Internazionale
Il Consejo general del poder judicial, il massimo organo di garanzia della giustizia spagnola, ha deciso di sospendere il giudice dell’Audencia nacional Baltazar Garzón, il magistrato che stava indagando sui crimini commessi durante la guerra civile e il franchismo.Il suo nome venne alla ribalta delle cronache internazionali quando spiccò un mandato di arresto nei confronti dell'ex-dittatore cileno Augusto Pinochet, per la morte e la tortura di alcuni cittadini spagnoli durante il suo mandato, e per crimini contro l'umanità, basandosi sulla relazione della Commissione Cilena della Verità (1990-1991), e per il caso Carovana della morte, istruito in Cile dal giudice Juan Guzmán Tapia.
Fra le altre inchieste cui ha atteso figurano quelle riguardanti l'ETA (soprattutto contro il braccio politico fuorilegge Batasuna), i finanziamenti ai partiti politici in Spagna e presunti fatti illeciti intorno al canale televisivo spagnolo Telecinco.Fra i casi di rilievo internazionale, ha più volte espresso il desiderio di sottoporre a giudizio l'ex segretario di stato USA Henry Kissinger, in relazione all'instaurazione delle dittature degli anni settanta in America Latina, la cosiddetta Operazione Condor.
Gli altri giudici e i pubblici ministeri lo hanno salutato mostrato la loro solidarietà, scrive El Pais.
Il 12 maggio la corte suprema spagnola aveva aperto un processo contro di lui per presunta prevaricazione nelle indagini. L’accusa per Garzón è di aver aperto le inchieste sulla guerra civile e il franchismo senza averne la competenza giudiziaria, ignorando cioè la legge sull’amnistia approvata nel 1977.
Garzón aveva chiesto di essere trasferito alla Corte penale internazionale dell’Aja, in modo da evitare la sospensione dall’Audencia nacional. La sua domanda di trasferimento sarà esaminata dal Consiglio nelle prossime ore.
Nel pomeriggio, quando il giudice ha lasciato il tribunale, decine di colleghi lo stavano aspettando al cancello per salutarlo, accogliendolo con abbracci e applausi. Sullo sfondo, un gruppo di persone gridava “Garzón, tranquillo, la gente è con te”.
grazie anche a wikipedia per le preziose informazioni.

venerdì 14 maggio 2010

radioattività in niger

Il nucleare comporta anche questo tipo di problemi:In collaborazione con il laboratorio francese indipendente CRIIRAD e la rete di ONG ROTAB,Greenpeace ha realizzato un monitoraggio della radioattività di acqua, aria e terra intorno alle cittadine di Arlit e Akokan,in Niger, a pochi chilometri dalle miniere di Areva, accertando che i livelli di contaminazione sono altissimi.La radioattività crea più povertà perché causa molte vittime. Ogni giorno che passa la popolazione locale è esposta alle radiazioni, circondata da aria avvelenata, terra e acqua inquinate. E intanto Areva fattura centinaia di milioni di dollari, sfruttando le risorse naturali di uno dei paesi più poveri dell'Africa. Areva si presenta come una società attenta all'ambiente, ma il Niger ci rivela una verità ben diversa.Le analisi dell’organizzazione ambientalista mostrano che in quattro casi su cinque la radioattività nell'acqua supera i limiti ammessi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Nonostante questo l'acqua viene distribuita alla popolazione. L'esposizione alla radioattività causa anche problemi delle vie respiratorie e non a caso nella regione delle miniere di Areva i tassi di mortalità legati a problemi respiratori sono il doppio che del resto del Paese. Inoltre, le ONG locali accusano gli ospedali, controllati da Areva, di aver nascosto molti casi di cancro.La metà dell'uranio di Areva proviene da due miniere del Niger, paese che rimane poverissimo nonostante da oltre quarant'anni sia il terzo produttore di uranio al mondo. Il gigante dell'energia nucleare ha firmato un accordo per iniziare a scavare una terza miniera tra il 2013 e il 2014.

fonte:Greenpeace

domenica 9 maggio 2010

coppa del mondo di calcio


anno

ospitante

vincente

finalista

risultato
1930 uruguay URUGUAY argentina 4-2
1934 italia ITALIA cecoslovacchia 2-1  dts
1938 francia ITALIA ungheria 4-2
1942 non disputata
1946 non disputata
1950 brasile URUGUAY brasile 2-1
1954 svizzera GERMANIA  O. ungheria 3-2
1958 svezia BRASILE svezia 5-2
1962 cile BRASILE cecoslovacchia 3-1
1966 inghilterra INGHILTERRA germania o. 4-2  dts
1970 messico BRASILE italia 4-1
1974 germania o. GERMANIA O. olanda 2-1
1978 argentina ARGENTINA olanda 3-1  dts
1982 spagna ITALIA germania o. 3-1
1986 messico ARGENTINA germania o. 3-2
1990 italia GERMANIA O. argentina 1-0
1994 usa BRASILE italia 3-2  rig 0-0
1998 francia FRANCIA brasile 3-0
2002 giappone cds BRASILE germania 2-0
2006 germania ITALIA francia 5-3 rig 1-1
l'11 giugno inizieranno i campionati mondiali in Sudafrica,ecco l'albo d'ro della manifestazione ed il link della fifa dove trovare preziosissime informazione del calcio mondiale e del torneo in particolare.

mercoledì 5 maggio 2010

il disastro della Deepwater Horizon in Louisiana

Ecco quello che pensa Greenpeace sul disastro della Deepwater Horizon in Louisiana.(naturalmente io sono d'accordo)
Dopo tante promesse di “rivoluzione verde” e Green Economy, agli inizi di aprile 2010, Barak Obama ha ridato il via alle esplorazioni petrolifere offshore negli USA, dopo una lunga moratoria. Un pedaggio pagato alle lobby petrolifere per far passare un “Climate Bill” (la legislazione per la riduzione delle emissioni di gas serra) che riduce le emissioni degli USA solo del 4% rispetto al 1990 (anno di riferimento del Protocollo di Kyoto). Obama è stato subito ripagato da BP (che non vuol dire più British Petroleum ma Beyond Petroleum, cioè “Oltre il Petrolio”!) con una marea nera che lascerà il segno e che ha ucciso 11 persone.Vediamo di capire come e perché.
-La moratoria alle estrazioni petrolifere offshore negli USA non è cominciata per caso. Nel 1969 esplodeva infatti la piattaforma Santa Barbara (California): in dieci giorni, furono rilasciate in mare 12-13.000 tonnellate di petrolio. Almeno 10.000 uccelli furono uccisi. Dieci anni dopo era la volta della Ixtoc 1, della compagnia di Stato messicana PeMex: 450-480.000 tonnellate di petrolio furono rilasciate in mare nell’arco di oltre 9 mesi, nel Golfo del Messico. E’ il maggior rilascio di petrolio in mare mai registrato, con danni anche negli USA che la PeMex non volle mai pagare. Migliaia di tartarughe marine furono sgomberate con gli aerei dalle spiagge messicane, pesantemente contaminate. Altri pesanti rilasci di petrolio furono causati dalle 30 piattaforme danneggiate o affondate dall’uragano Katrina, nel 2005: proprio in Louisiana.
-La piattaforma Depwater Horizon non è della BP, che l’ha affittata dalla Transocean, alla modica cifra di 500,000 US$ al giorno. Con quella stessa cifra, la BP avrebbe potuto acquistare, e utilizzare, un sistema di bloccaggio del pozzo “a distanza” (azionabile con un sistema acustico, dalla superficie). Perché questo utile congegno, obbligatorio in Norvegia e in Brasile, non è stato utilizzato in una piattaforma assolutamente all’avanguardia (come sostiene la stessa BP)? L’uso di questo congegno è stato a lungo dibattuto negli USA, almeno dal 2000. Ma, dopo forti pressioni della lobby petrolifera, nel 2003 lo US Mineral Management Service concludeva che “questi sistemi non sono raccomandati perché tendono a essere troppo costosi”. Certo, mezzo milione di dollari sono una bella cifra: ma sono appena il costo dell’affitto giornaliero di una piattaforma. E nel primo quadrimestre 2010 la stessa BP, che ha fatto profitti per quasi 6 miliardi di dollari, per attività di lobby al Congresso USA ha speso non meno di 3,5 milioni di dollari.
-Non sappiamo ancora quanto petrolio stia rilasciando in mare la Deepwater Horizon. Sappiamo che BP ha mentito quando ha dichiarato una stima di circa 1.000 barili al giorno (c.a. 135 tonnellare). Già dopo i primi sopralluoghi la NOAA (National Oceanographic and Atmospheric Administration) ha portato la stima a 5.000 barili/giorno (c.a. 675 tonnellate) e i media riferiscono di stime assai maggiori: il 2 maggio il Wall Street Journal parlava di 25.000 barili al giorno (ovvero 3.375 tonnellate!) e la stessa BP ha dichiarato per la Deepwater Horizon una produzione potenziale di 150.000 barili al giorno (20.250 tonnellate). Queste cifre devono essere moltiplicate per la durata dello sversamento. Dopo il fallito tentativo di chiudere le valvole della testa di pozzo con un robot filoguidato (ROV, remote operated vehicle) adesso BP cerca di intrappolare la perdita sotto una cupola di cemento. In ogni caso ci vorrà tempo, bisognerà tagliare la condotta (che sta perdendo petrolio in almeno tre punti) e le perdite di petrolio, che fuoriesce anche da fessurazioni nel fondo marino, saranno bloccate solo scavando un altro pozzo (a mezzo miglio di distanza) per “togliere pressione” al pozzo in perdita. Ci vorranno mesi: Ixtoc 1 è esploso nel giugno 1979 ed è stato chiuso solo nel marzo 1980.
-Sui media si legge che BP avrebbe già dichiarato che si assume tutte le responsabilità e che pagherà tutti i danni. Non è vero: BP ha dichiarato che pagherà tutte le perdite economiche accertate e quantificabili. Probabilmente non è poca cosa: già i pescatori (soprattutto ostriche e gamberi) si stanno attrezzando per organizzare una “class action” (azione legale collettiva) per chiedere a BP almeno 5 miliardi di dollari. Altri danni economici potrebbero essere richiesti dal settore turistico: già solo la pesca sportiva in mare, da quelle parti è un bussiness da oltre 700.000 di dollari l’anno (oltre 7.700 posti di lavoro). Tuttavia, i precedenti ci dicono che difficilmente BP pagherà i danni ambientali che sta causando.
Dopo il disastro della Exxon Valdes (Prince William Sound, Alaska 1989) la Exxon Mobil era stata inizialmente condannata a pagare 287 milioni di dollari di danni e 5 miliardi di dollari come ammenda (anche per risarcire i danni ambientali). Dopo anni di appelli e perizie in tribunale, il 25 giugno 2008, la Corte d’Appello ha deciso che Exxon doveva pagare solo 507,5 milioni di dollari di danni. In altre parole, le compagnie petrolifere (e le loro assicurazioni) difficilmente pagano per tutti i danni ambientali collegati alle “maree nere”, danni che, d’altra parte, sono spesso difficili da quantificare.
-Gli effetti di disastri petroliferi come questo sono difficili sia da valutare che da monitorare. In particolare, gli effetti sull’ecosistema pelagico sono particolarmente complessi. Le sostanze tossiche rilasciate dalle migliaia di tonnellate di petrolio potrebbero avere effetti notevoli sia sulle comunità del plancton (organismi che vivono nella colonna d’acqua) che su altre specie. A ciò bisogna aggiungere gli effetti tossici dei disperdenti (ne sono stati usati almeno 400.000 litri) tra cui è confermato l’uso del Corexit (2- butossietanolo), vietato in California perché causa infertilità e malformazioni (o morte) dei feti.
L’uso di disperdenti può ridurre l’impatto sugli uccelli (che vengono “soffocati” dal catrame) ma aumenta quello sulla fauna e flora marina. Spesso è una decisione che si prende per motivi di “pubbliche relazioni” (gli uccelli incatramati fanno sensazione) che è come nascondere l’immondizia sotto il tappeto visto che l’effetto sui pesci è poco visibile. Ad esempio, da metà aprile a metà giugno nell’area è in corso la riproduzione del tonno rosso, una specie già decimata dalla pesca eccessiva di cui è stato anche proposto (col sostegno degli USA…) il bando del commercio internazionale. Nella stessa area sono presenti tartarughe marine e cetacei (come le focene, varie specie di delfini, balenottere, capodoglio e capodoglio pigmeo o cogia).
Lungo la fascia costiera del Golfo del Messico, negli USA ci sono oltre 2 milioni di ettari di zone umide, con oltre 400 specie a rischio. Il Governatore della Louisiana ha dichiarato che la marea nera minaccia almeno 14 Aree Protette. Tra le specie in pericolo ci sono varie specie di rettili (tartarughe e alligatori), lontre, pellicano bruno (il simbolo della Louisiana) e decine di specie di uccelli migratori, canori e limicoli. E’ difficile stimare in quanto tempo gli ecosistemi si riprenderanno: tra l’altro, l’evento è purtroppo in corso e non abbiamo una stima precisa né dell’area colpita né dei quantitativi di petrolio sversato.
Tuttavia, il caso della Exxon Valdez ci ricorda che dopo oltre vent’anni gli effetti sono ancora evidenti e le sostanze tossiche rilasciate con le 37.000 tonnellate di petrolio allora sversate sono ancora in circolazione. Se la Deepwater Horizon sta davvero rilasciando oltre 3.000 tonnellate di petrolio al giorno, già adesso (6 maggio) lo sversamento potrebbe essere di circa 48.000 tonnellate. Particolare importanza ha anche il periodo della stagione in cui avviene lo sversamento: quello della Exxon Valdez avvenne durante la stagione di riproduzione delle aringhe del Pacifico e lo stock non si è ancora ripreso.
-L’idea che incidenti come questo siano causati dall’incuria e dalla cupidigia delle lobby petrolifere non è errata, ma affronta solo parte della realtà. Questi incidenti, che sono più frequenti di quanto non riferiscono i media (lo scorso gennaio, a Port Hartur (USA) c’è stato un “major oilspill” di cui non abbiamo mai sentito parlare…) dipendono da “fattori” come uragani, errore umano, malfunzionamento delle tecnologie e altri imprevisti. Ce ne saranno sempre. Le statistiche poi ci dicono che, per quanto appariscenti, le maree nere sono un contributo minoritario all’inquinamento da petrolio in mare: i lavaggi delle cisterne e le fonti terrestri sono un problema ben maggiore anche se “localmente” meno acuto. Per eliminare questi pericoli, e per combattere il cambiamento climatico e l’acidificazione degli oceani (entrambi conseguenza dell’aumento atmosferico della CO2 causato dai combustibili fossili), l’unica soluzione è smettere di cercare, trasportare e usare questi prodotti. Settori sempre più ampi dell’industria si sono ormai appropriati degli scenari della “Rivoluzione Energetica”, descrivendo percorsi realistici che in un futuro prossimo ci permetteranno di lasciar perdere lo sporco petrolio (e fonti non meno pericolose come carbone e nucleare) passando alle energie rinnovabili (solare ed eolico) e all’efficienza energetica.
fonte:Greenpeace

martedì 4 maggio 2010

no all'energia nucleare


quello che pensa il wwf sul nucleare:

La scelta del nucleare nel nostro paese non ha alcun senso.

Al di là del rischio ambientale e per la salute delle popolazioni, il nucleare costa troppo, non dà indipendenza e sicurezza energetica - l’uranio è una risorsa che entro qualche decennio finirà, le centrali costituiscono degli obiettivi “sensibili” per il terrorismo, con forti rischi per la popolazione e comunque la preventiva militarizzazione del territorio. Il nostro Paese aveva rinunciato al nucleare, per decisione popolare, con il referendum del 1987. Nelle recenti elezioni regionali, quasi tutti i candidati (e gli eletti) alla carica a Governatore hanno dichiarato di non volere il nucleare sul proprio territorio.
Appare quindi sempre più evidente che l’unica strada sostenibile in materia di energia sia quella del risparmio, dall’efficienza energetica e dal sempre più forte ricorso alle fonti rinnovabili e pulite.

Il nucleare è marginale a livello mondiale

Il contributo attuale al fabbisogno energetico mondiale fornito dal nucleare è solo il 5,9% dell’energia primaria, addirittura il 2% di tutta l'energia. Di fatto produce meno dell’idroelettrico.

Il nucleare non migliora la sicurezza energetica e non riduce la dipendenza dal petrolio

L’Italia non possiede significative riserve di uranio e quindi sarebbe costretto ad importarlo da altri paesi.

L’Italia è il Paese europeo con maggior eccedenza di potenza elettrica istallata

L’Italia nel 2008 ha raggiunto una potenza elettrica installata che eccede largamente il picco di domanda, e nonostante questo ha in programma la realizzazione di un numero spropositato (ed inutile) di altre centrali. Importiamo energia elettrica dalla Francia (prodotta con il nucleare) solo per motivi di mercato e di convenienza.

Il nucleare è una follia dal punto di vista economico

Quella nucleare è da sempre stata la più costosa delle fonti energetiche. L’impianto in costruzione in Finlandia ha già maturato tre anni di ritardo e la spesa prevista è già quasi raddoppiata arrivando a 5,3 miliardi di euro. La tecnologia nucleare si è sviluppata è stato solo grazie ai massicci finanziamenti governativi strettamente connessi alla corsa agli armamenti nucleari. Le promesse di diminuzione della bolletta elettrica sono quindi del tutto campate in aria.

L’uranio NON è una risorsa molto abbondante in natura

Se si pensasse di sostituire, per la produzione di elettricità, tutta l’energia fossile con quella nucleare, le riserve di uranio si esaurirebbero nel giro di pochissimi anni. Di fatto già oggi la produzione d’uranio è inferiore al reale fabbisogno degli impianti in esercizio.

Il problema della gestione delle scorie non è stato risolto

L’energia nucleare, nel suo ciclo di produzione inevitabilmente origina delle scorie radioattive la cui gestione costituisce di fatto il più grave dei problemi non risolti connessi a tale tecnologia.

M. Gunther WWF Canon - centrale nucleare sul Rodano (Francia)Non è vero che le nuove centrali sono sicure

Il nucleare di IV Generazione ancora non esiste. Gli impianti nucleari sono sempre stati accompagnati da una lunga lista di incidenti, generalmente sottaciuti.

domenica 2 maggio 2010

grecia


la situazione in grecia
I giornali e le TV stanno da qualche settimana presentando quella che viene definita la “crisi finanziaria” della Grecia, in maniera estremamente didascalica, per molti versi simile ad un fumetto per bambini, alternando alle didascalie dotte disquisizioni e complesse calcolazioni esperite dai guru istituzionali della finanza che discettano ostentando un vernacolo per iniziati incomprensibile ai più.
Le didascalie hanno lo scopo di orientare il pensiero degli italiani, proponendo una lettura della questione tanto semplice quanto rassicurante. Le dotte disquisizioni sono indispensabili per dimostrare che questa è la lettura giusta, in quanto suffragata dal pensiero di chi conosce e domina una materia per “cervelli fini” con la quale le persone “normali” non possono certo nutrire la presunzione di confrontarsi.

La Grecia viene così dipinta nell’immaginario collettivo come un paese vittima di una grave crisi finanziaria, imputabile ad una cattiva gestione del debito pubblico da parte della classe politica che ha permesso il dilagare della corruzione e dell’evasione fiscale, garantendo a larga parte dei cittadini facili guadagni e “privilegi” a pioggia.
Proprio a causa di questo baccanale collettivo costruito a debito, il paese si è trovato così di fronte alla prospettiva di un crack di proporzioni gigantesche, dal quale solamente “l’amica UE” potrebbe essere in grado di sottrarlo. Prospettiva che naturalmente in Italia mai potrebbe verificarsi, poiché i nostri conti sono solidi e la nostra classe politica dall’avvento della seconda Repubblica cammina sulla retta via

I Paesi della UE, dall’alto della loro bonomia, ma anche per preservare intatta la salute dell’euro, si sono detti disposti a devolvere ai greci (a titolo di prestito) decine e decine di miliardi di euro nei prossimi tre anni, indispensabili per riportare a galla il loro equilibrio finanziario. Ma come ogni “buona banca” si sono visti costretti a pretendere alcune garanzie a tutela del loro “investimento”.
Tali garanzie sono costituite naturalmente dall’assicurazione che il governo greco chiuda i rubinetti dei “privilegi” imponendo ai suoi cittadini una serie di riforme “lacrime e sangue” che ne ridimensionino l’opulenza e contribuiscano a risanare i conti pubblici.

La UE ed il governo greco, dopo una serie di trattative, hanno “finalmente” raggiunto un accordo di comune soddisfazione. Ma una parte (peraltro minoritaria) dei cittadini, costituita da facinorosi, anarchici e frange dell’estrema sinistra sta protestando con veemenza, arrivando a scontrarsi con la polizia, perché abituata egoisticamente alla “bella vita” non è disposta a perdere i privilegi acquisiti.

Una rappresentazione molto semplice, convincente, rassicurante, ma tanto visionaria quanto distante dalla realtà.
Le cause della crisi finanziaria greca, oltre che derivare dalla corruzione e dall’evasione fiscale ad alti livelli, allignano in tutta una serie di speculazioni finanziarie internazionali studiate con tutta probabilità proprio allo scopo di condurre la Grecia sull’orlo di un baratro dal quale potrà salvarsi solamente “svendendo” quella sovranità limitata che ancora conservano i paesi della UE.

La sorte della Grecia sarà entro breve tempo seguita da tutti gli altri Paesi, ad iniziare dal Portogallo, dalla Spagna e dall’Italia, poiché il progetto messo in essere (per uno strano scherzo del destino) proprio all’indomani della ratifica del Trattato di Lisbona prevede l’annientamento dell’attuale sovranità limitata degli stati membri ed il trasferimento dell’intera sovranità nelle mani di una confraternita di organismi privati quali BCE, FMI, Banca Mondiale ecc.

Il denaro che verrà devoluto alla Grecia proviene dalla finanza pubblica e pertanto il finanziamento peserà sulle tasche dei contribuenti dei singoli stati. Tale denaro non sarà destinato ad offrire vantaggi ai cittadini greci ma entrerà in una partita di giro dove sarà utilizzato unicamente per coprire le voragini create dalla speculazione finanziaria.
Le garanzie imposte alla Grecia non sono state dettate dagli stati europei che offriranno il denaro, ma dalla confraternita privata di cui sopra. Confraternita che negli anni a venire si è arrogata il diritto di sovrintendere all’operato del governo greco (di fatto sostituendolo) imponendo tempi e modi delle riforme che dovrebbero iniziare la prossima settimana.

Le riforme lacrime e sangue non andranno a colpire i privilegi di un popolo opulento abituato a vivere nello sfarzo, ma metteranno alla fame cittadini con i salari fra i più bassi in Europa (insieme ad Italia e Portogallo) che già oggi vivono in condizione di estrema precarietà a causa della grave crisi economica e della disoccupazione.
Quella che viene dipinta (ed imposta) come un’operazione di risanamento dei conti pubblici, consiste semplicemente in un aumento indiscriminato della tassazione e nel taglio dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori. Aumento dell’IVA e della tassazione su molti prodotti, riduzione dell’assistenza sanitaria e pensionistica, tagli degli stipendi, ferie e tredicesime, licenziamento di una cospicua parte dei dipendenti pubblici.

I “cattivi” che protestano e stanno creando disordini nelle principali città greche non sono solamente uno sparuto manipolo di facinorosi, anarchici e professionisti della protesta che non vogliono fare i “giusti sacrifici”. Sono quella parte di cittadini che ha iniziato a prendere coscienza della realtà, realizzando la natura della strada senza ritorno sulla quale la Grecia (paese pilota in Europa) verrà costretto a camminare a partire dalla prossima settimana.
Una strada che in tempi brevi diverrà molto affollata, dal momento che dopo il successo dell’esperimento, gli altri paesi (compresa l’Italia) seguiranno a ruota, condividendo il regalo dello stesso futuro “lacrime e sangue”.
La confraternita di cui sopra sa bene che una volta messa in moto l’operazione è indispensabile fare in fretta e condurre in porto il Blitzkrieg prima che al di là del velo delle didascalie e delle dotte disquisizioni i cittadini percepiscano la realtà ed incomincino a reagire creando problemi che non possano essere risolti con l'ausilio dei lacrimogeni e di qualche manganellata.
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sabato 1 maggio 2010

1°maggio

lavoro,lavoratori e 1°maggio
ma il 1° maggio dov'è andato a finire?mi ricordo da piccolo i cortei con i trattori e i rappresentanti delle varie fabbriche della zona in cui abito,che davano lavoro a migliaia di persone.Ma gli anni sono passati e i lavoratori sono "scomparsi"ma in Italia è scomparso il concetto di lavoro: secondo il quotidiano La Repubblica il concetto di "lavoro-lavoratori"è sparito Soprattutto in tivù. Tra le notizie di prima serata del Tg1 monitorate dall'Osservatorio di Pavia (per la Fondazione Unipolis) nello scorso settembre, ai problemi legati al lavoro, alla disoccupazione, alla perdita dei risparmi era riservato il 7% sul totale delle notizie. Per fare un confronto con le tivù pubbliche di altri paesi europei, nello stesso periodo, Ard (Germania) dedicava ai temi del lavoro e della disoccupazione il 21% delle notizie, Bbc One il 26%, France 2 il 41%.E così gli anni passano e il 1° maggio scivola sempre di più nell'oblio,paradosso di una Italia,repubblica fondata sul lavoro...
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