mercoledì 28 aprile 2010

quello che succede in thailandia

articolo originale diMong Palatino · tradotto da Davide Galati
La repressione ai danni delle “camicie rosse” attuata dai militari ha visto un’inasprirsi di violenza con l’uccisione di più di 20 persone e il ferimento di quasi 900. I maggiori scontri hanno avuto luogo in una strada affollata di Bangkok, fatto che ha consentito a passanti e turisti di documentare le violenze.
Militari e manifestanti si accusano a vicenda di aver usato proiettili e bombe a mano. Non sapremo mai chi sta dicendo la verità, ma i video sotto riportati ci permettono di assistere ad alcuni degli episodi più violenti dello scorso sabato.
Sul blog Vaitor, un turista colpito al braccio mentre documentava gli scontri, scrive:

Al momento mi è rimasto illeso solo un braccio - ovvero una mano, per scrivere – che è veramente un problema, ma qui ci sono alcune foto e video che ho ripreso oggi nei pesanti scontri tra manifestanti e polizia! Purtroppo sono stato colpito e ho il braccio destro rotto…
È stata diffusa una lista parziale delle persone uccise a Bangkok. I manifestanti hanno percorso le strade di Bangkok esibendo alcuni dei cadaveri come prova di fedeltà al proprio impegno per ottenere le dimissioni del Primo Ministro.

FACT – Freedom Against Censorship Thailand condanna tutte le principali forze politiche per la violenza scatenatasi sabato scorso:

Siete tutti da biasimare. La violenza non ha mai risolto i problemi di una società e le differenze di opinione.
Piangiamo i “rossi” caduti. Piangiamo i poliziotti e i soldati caduti. Piangiamo i passanti innocenti colpiti nel fuoco incrociato. Il loro sangue è stato versato invano. Soltanto se davvero volessimo la libertà e la democrazia il sangue tailandese significherebbe qualcosa. Ma se disponiamo solo di elezioni per scegliere un altro gruppetto di ricchi e facoltosi dinosauri, e ciò significa Pheu Thai [partito legato all'ex premier deposto Thaksin Shinawatra], le cose non cambieranno mai nella nostra amata Tailandia.

I soldati hanno semplicemente obbedito agli ordini ricevuti. Non hanno fatto fuoco su quanti avevano il comando, né hanno mirato ai politici.
I portavoce del governo ora dicono che non sono stati sparati proiettili contro i manifestanti. L'alto numero di morti e feriti, tra cui almeno due giornalisti stranieri, dimostra che sono dei bugiardi!

Jotman ritiene che le “camicie rosse” potrebbero ottenere un numero ancora maggiore di sostenitori dalle province:
La causa delle “camicie rosse” è stata consacrata nel sangue. Il movimento ora ha i suoi martiri. È verosimile che le “camicie rosse” si armeranno meglio in preparazione di qualsiasi futuro confronto di piazza. Un maggior numero di sostenitori del movimento rurale di opposizione, vista la crudele brutalità dimostrata dalle forze governative verso chi aveva raggiunto la capitale tailandese dalle campagne, disgustati dalle smentite di Bangkok, è destinato unirsi al conflitto. Le tensioni all'interno delle forze armate tailandesi potrebbero portare a fratture cruciali.
Saksith Saiyasombut ritiene che le “camicie rosse” non siano più semplicemente sostenitori del deposto primo ministro Thaksin Shinawatra, perchè ora il movimento rappresenta un'ampia coalizione di forze che vogliono rovesciare il sistema elitario di governo:
Il fatto trascurato da molti è che il movimento delle “camicie rosse” è ormai più che una semplice claque di Thaksin, e non solo uno strumento a disposizione di chiunque per rovesciare l'attuale governo. Si tratta di un’autentica e inevitabile forza della politica tailandese con richieste legittime, con una solida coscienza politica che sta ossessionando le élite politiche e i burocrati che non hanno saputo riconoscere il segno dei tempi. I problemi non possono essere ricondotti soltanto a Thaksin (mentre lui stesso sta cercando di promuoversi come il faro della libertà e della democrazia, quando non c'è dubbio che non lo sia) - è un fallimento collettivo!
fonte:Global Voices

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