venerdì 20 novembre 2009

il potere contro greenpeace

Ad alcuni attivisti di Greenpeace non è stato permesso di arrivare al “Campo di resistenza climatica”.
questo è il racconto di Chiara Campione responsabile della campagna foreste dell'organizzazione :
"...Insieme a Raimondo Bultrini dell’Espresso, a una giornalista indiana e ad altri attivisti eravamo in viaggio per incontrare gli abitanti del villaggio di Teluk Meranti, quando siamo stati presi dalla polizia indonesiana e trattenuti per quasi 24 ore senza nessuna accusa. Dopo un pesante interrogatorio, siamo stati espulsi dal Paese.
La polizia indonesiana ci ha accusato di attività illegali che non abbiamo mai commesso. Il nostro Campo è stato costruito per proteggere le preziose torbiere indonesiane da chi le sta distruggendo. L’azione della polizia è chiaramente mirata a bloccare le nostre azioni di protesta.
Per questo vi invitiamo a scrivere al Presidente indonesiano Yudhoyono per chiedere che la forza venga utilizzata contro la deforestazione, non contro i difensori del clima..."
L'Ambasciata italiana è stata totalmente incapace di intervenire in questo contesto di grave violazione dei diritti civili.Greenpeace chiede al Ministro degli Esteri Frattini di convocare per chiarimenti l'Ambasciatore dell'Indonesia in Italia, Mohamad Oemar.
A causa della deforestazione, l'Indonesia è il terzo più grande emettitore di CO2 dopo Cina e Usa. Il  Campo nasce con l'obiettivo di fermare la distruzione delle ultime torbiere indonesiane. L'azione della polizia è chiaramente mirata a scoraggiare il viaggio degli attivisti e dei giornalisti verso il  Campo. E a difendere le attività distruttive di multinazionali come la APRIL.

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