Anche se non l'ho visto,la pelle mi dice che è molto bello questo Avatar:ecco una recensione tratta da Internazionale.In ogni caso ho letto la recensione di Mereghetti sul Corriere Della Sera e devo dire che è abbastanza favorevole al film.
Non è facile avere la pelle blu. Lo scoprirà l’eroe meticcio dello spettacolare film di James Cameron, quando sarà costretto a difendere un lontano pianeta dagli imperialisti terrestri, decisi a devastare un nuovo Eden. In parte favola ecologista, in parte Balla coi lupi intergalattico, in parte film fantascientifico ricco di azione, Avatar, primo film di Cameron dopo Titanic, ha un atteggiamento politico deciso e ogni tanto sembra proprio un polpettone, ma per tutta la sua lunga durata non è affatto noioso. Considerato il film più costoso della storia, Avatar riesce a dare vita al mondo lontanto dei Na’vi, una razza con la pelle blu, gli occhi dorati e il fisico slanciato, che vive in piena armonia con la natura sul pianeta Pandora. Purtroppo per i Na’vi, nel 2154 Pandora si rivela l’unica fonte di un minerale che può salvare la Terra da un disastro ambientale. A capo dell’armata che deve invadere Pandora c’è il colonnello Quatch (un eccellente Stephen Lang), che si servirà di Jake, un marine finito sulla sedia a rotelle dopo un incidente e disposto a diventare un avatar, un essere ibrido mezzo umano e mezzo Na’vi. Jake dovrà studiare i Na’vi da vicino, ma la sua missione in incognito è compromessa quando Neytiri, una guerriera Na’vi molto sexy, gli salva la pelle (blu) e gli fa conoscere più in profondità il suo popolo. Del resto gli avatar sono costretti a vivere un’esistenza spaccata in due. I Na’vi e gli avatar sono stati realizzati con la tecnica del motion-capture, che ormai consente la creazione di umanoidi abbastanza credibili. Diversi produttori di effetti speciali hanno lavorato per mettere in piedi un mondo suggestivo, che vale il prezzo del biglietto. Mentre non è altrettanto spettacolare il contributo della tecnologia 3d. Tutti gli attori compiono onestamente il loro dovere e anche se i dialoghi, qua e là, lasciano a desiderare, è difficile accorgersene calati nell’atmosfera epica del film.–Lou Lumenick, New York Post
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