sabato 23 maggio 2009

il potere...che mette paura


"tratto da wikipedia"
Il Gruppo Bilderberg (o conferenza Bilderberg) è una conferenza internazionale annuale, non ufficiale, ad invito di circa 130 esponenti, spesso con ruoli di rilievo nel mondo economico, finanziario o politico.
Dato che le discussioni durante questa conferenza non sono mai registrate o riportate all'esterno, questi incontri sono sia oggetto di forte critica sia la fonte di molte teorie del complotto.
L'obiettivo iniziale del gruppo sarebbe stato, nel contesto della guerra fredda, di rafforzare la cooperazione tra gli Stati Uniti ed i loro partner Europei. Inoltre, a causa del carattere molto riservato delle conferenze, il gruppo è stato a lungo considerato, da alcuni, una società segreta . Gli rimproverano possibilità di decisioni antidemocratiche che potrebbero essere prese da un gruppo così potente e in particolare, dalla caduta dell'Impero Sovietico, l'orchestrazione della mondializzazione economica.

tratto dal sito "PEACEREPORTER"
E' iniziato  in Grecia, in un'esclusiva località balneare alle porte di Atene, l'annuale conclave dell'élite politico-economia-militare occidentale riunita nel Bilderberg Group: il più potente e riservato organo decisionale del pianeta che dal 1954 si riunisce ogni anno a porte chiuse per concertare le linee guida a cui tutti i governi, le banche centrali e gli organismi internazionali devono poi attenersi. 
Si parla di crisi economica. Centotrenta tra capi di Stato e di governo, ministri economici, banchieri centrali, economisti, amministratori delegati delle principali multinazionali, capi di Stato Maggiore, responsabili delle agenzie d'intelligence e direttori dei grandi netowrk televisivi ed editoriali di Europa e Nord America sono arrivati nel lussuoso  di Vouliagmeni, una ventina di chilometri a sud di Atene, in un susseguirsi di limousine blindate con vetri oscurati. 
Giornalisti e curiosi sono tenuti a debita distanza dalla polizia greca e da guardie private e agenti servizi segreti di diversi Paesi. Non sono previste conferenze stampa o comunicati ufficiali per sapere gli argomenti in discussione (solo nel 2006 gli organizzatori diramarono un documento in cui si rendeva noto che si sarebbe parlato di guerra al terrorismo, fonti energetiche, finanza e immigrazione). Ma quest anno lo scrittore russo Daniel Estulin (che da anni indaga e pubblica libri sul Bilderberg Group) ha dichiarato di essere riuscito a ottenere per vie traverse una copia dell'ordine del giorno dei lavori del summit greco, che sarebbe: "Il futuro dell'economia Usa e del dollaro; La disoccupazione Usa: soluzioni e previsioni; Depressione o stagnazione prolungata?; La ratifica del Trattato di Lisbona". 
Massimo riserbo anche sui partecipanti. Secondo le informazioni raccolte dal quotidiano londinese Times, è certa la presenza del presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick, del segretario al Tesoro Usa, Tim Geithner, del direttore della Banca Centrale Europea, Claude Trichet, e di quello della Banca Centrale Tedesca, Jo Ackermann.
Una classe dirigente globale. Per avere un'idea degli altri partecipanti bisogna rifarsi alle foto ‘rubate' dai teleobiettivi dei paparazzi ai precedenti incontri, alle informazioni trapelate in passato su singoli partecipazioni e soprattutto all'unica lista resa pubblica dal Bilderberg Group nel 2006. Il risultato è un elenco che comprende sempre: i vertici dell'amministrazione Usa (in passato in passato Henry Kissinger, Donald Rumsfeld, Richard Perle, Paul Wolfowitz), il grande banchiere David Rockefeller, i dirigenti della Federal Reserve, di Credit Suisse e della Rothschild Europe, delle compagnie petrolifere Shell, Bp e Eni, della Coca Cola, della Philips, della Unilever, di Time Warner, di AoL, della Tyssen-Krupp, della Fiat, rappresentanti della Nato, dell'Onu, della Banca Mondiale e della Ue, i direttori e corrispondenti del Times di Londra, del Wall Street Journal, del Financial Times, dell'International Herald Tribune, di Le Figarò, del Globe and Mail, del Die Zeit.

venerdì 15 maggio 2009

LIBERTA' DI STAMPA



fonti:FREEDOM HOUSE,LA REPUBBLICA,SITI VARI
Stampa, Freedom House declassa l’Italia “Non è più un Paese pienamente libero”



La libertà di stampa si sta riducendo in tutto il mondo, e l’Italia non è esente da questa forma di degrado. Nel rapporto 2009 di Freedom House (organizzazione autonoma con sede negli Stati Uniti, che si pone come obiettivo la promozione della libertà nel mondo), infatti il nostro Paese viene declassato per la prima volta da Paese ‘libero’ (free) a ‘parzialmente libero’ (partly free), unico caso nell’Europa Occidentale insieme alla Turchia.
Le ragioni della retrocessione dell’Italia sono molteplici, spiegano gli estensori del Rapporto, che esamina la libertà di stampa in 195 Paesi da quasi 30 anni (dal 1980): “Nonostante l’Europa Occidentale goda a tutt’oggi della più ampia libertà di stampa, l’Italia è stata retrocessa nella categoria dei Paesi parzialmente liberi, dal momento che la libertà di parola è stata limitata da nuove leggi, dai tribunali, dalle crescenti intimidazioni subite dai giornalisti da parte della criminalità organizzata e dei gruppi di estrema destra, e a causa dell’eccessiva concentrazione della proprietà dei media”.
Più in dettaglio, Freedom House riconosce che, in generale, in Italia “la libertà di parola e di stampa sono costituzionalmente garantite e generalmente rispettate, nonostante la concentrazione della proprietà dei media”. Ma è proprio quest’ultimo il punto dolente. Certo, c’è la legge Gasparri, rispetto alla quale l’organizzazione avalla le critiche secondo le quali introduce norme che favoriscono l’attuale presidente del Consiglio . Ci sono i tanti processi per diffamazione a carico di altrettanti giornalisti, Freedom House ne cita alcuni tra i più eclatanti, tra i quali quelli a carico di Alexander Stille e di Marco Travaglio.
Ma il punto veramente dolente, a giudizio dell’organizzazione, è costituito “dalla concentrazione insolitamente alta della proprietà dei media rispetto agli standard europei”. E la crisi di La7 non ha certo giovato in questo panorama.
Tra i Paesi europei, anche la Grecia ha subito un significativo arretramento: precede infatti l’Italia di una sola postazione, e tuttavia mantiene la valutazione ‘free’, a differenza del nostro Paese. La quartultima posizione nell’Europa Occidentale è occupata dalla Grecia, preceduta, a parità di giudizio, da Malta, Francia e Cipro. Nella classifica generale l’Italia è al settantunesimo posto, a pari merito con Benin e Israele (tutti e tre primi ‘partly free’ della tabella).
I Paesi più liberi dell’Europa Occidentale sotto il profilo della libertà di stampa, sono, a giudizio di Freedom House, l’Islanda (primo), la Finlandia e la Norvegia (secondi), la Danimarca e la Svezia (quarti). Gli stessi Paesi sono anche in cima alla classifica generale. I primi Paese non europei nella classifica mondiale della libertà di stampa redatta da Freedom House sono la Nuova Zelanda e la Repubblica di Palau, all’undicesimo posto a pari merito con il Liechtenstein. Gli Stati Uniti arrivano solo al ventiquattresimo posto, a pari merito con la Repubblica Ceca e con la Lituania (rientrano ampiamente comunque tra i Paesi che godono di una libera stampa).
Ma la situazione europea, a parte il significativo deterioramento del clima in Italia, è decisamente positiva rispetto a quella di altre aree del mondo. “La professione giornalista è attualmente alle corde - denuncia Jennifer Windsor, direttore esecutivo di Freedom House - e sta lottando per rimanere in vita, stremata dalle pressioni dei governi e di altri potenti soggetti e dalla crisi economica globale. La stampa è la prima difesa della democrazia e la sua vulnerabilità ha enormi implicazioni per la sua tenuta, se i giornalisti non sono in grado di tener fermo il loro tradizionale ruolo di controllori dei poteri”.
Poco più di un terzo dei 195 Paesi esaminati garantiscono attualmente la libertà di stampa: sono classificati ‘free’ solo 70 Stati, il 36% del campione. Sessantuno (il 31%) sono ‘parzialmente liberi’ e 64 (il 33%) sono ‘non liberi’. Secondo l’indagine, solo il 17% della popolazione mondiale vive in Paesi che godono di una stampa libera.
La situazione è particolarmente peggiorata, oltre che in Italia, nell’Est asiatico, mentre per alcuni Paesi dell’ex Unione Sovietica, del Medio Oriente e del Nord Africa Freedom House parla di vere e proprie intimidazioni nei confronti della stampa libera. Un significativo passo in avanti è stato registrato dalle Maldive, passate dalla categoria ‘not free’ a quella ‘free’ grazie all’adozione di una nuova costituzione che protegge la libertà di manifestazione del pensiero, e al rilascio di un importante giornalista, detenuto in carcere.
Decisi peggioramenti si sono registrati in Cambogia (’not free’), Paese nel quale sono aumentate le forme di intimidazione e di violenza nei confronti dei giornalisti; Hong Kong (’partly free’), a causa delle eccessive forme di pressione esercitate dalla Cina, la stessa Cina e Taiwan; Bulgaria, Croazia, Bosnia e Russia; Israele, dove le pressioni sui giornalisti sono fortemente aumentate nel corso dell’ultimo conflitto a Gaza; Senegal e Madagascar; Messico, Bolivia, Ecuador, Guatemala e Nicaragua.

giovedì 14 maggio 2009

CONTRO LA PENA DI MORTE


"DAL SITO DI AMNESTY INTERNATIONAL":

Pena di morte

Immagine della manifestazione di Roma, il 6 maggio
L'Iran è uno dei paesi che maggiormente applica la pena di morte. Secondo solo alla Cina, il paese ha messo a morte nel solo 2008 almeno 346 persone, tra cui otto minorenni al momento del reato, con metodi che comprendono l'impiccagione e la lapidazione.
L'impiccagione di Delara Darabi ha portato a 140 il numero di esecuzioni nel paese nel 2009 e ha innalzato un altro macabro dato: dal 1980 la Repubblica Islamica hamesso a morte almeno 42 minorenni al momento del reato, in totale disprezzo degli obblighi internazionali che vietano l' applicazione della pena capitale per reati commessi da minori di 18 anni.
Per ricordare Delara Darabi e tutti gli altri condannati a morte in Iran Amnesty International organizza ha organizzato, il 6 maggio, manifestazioni in diverse città europee, comprese Roma e Milano.

martedì 17 marzo 2009

cassa

oggi 13 marzo 2009 è stato l'ultimo giorno di lavoro prima della cassa 

integrazione e devo dire che è stata una cosa molta triste.
Nella azienda in cui opero c'e' un forno che nei miei dieci anni in cui ho 

lavorato in questa ditta si e' fermato solo a ferragosto e a natale:ebbene 

giovedi lo hanno spento e lo riaccenderanno lunedi prossimo (i dettagli tecnici 

del funzionamento del forno non ve li propino:vi dirò soltanto che per spegnere 

questi tipi di forno ci vogliono 2-due- giorni e per riaccenderli 4/6 ore).
Dopo aver spento il forno il venerdi sera alla fine del turno alle 22.00 i 

capoturni hanno spento tutte le macchine operatrici e le luci!è calato un 

silenzio "mai ascoltato" e cosi e' stato il buio e la totale mancanza di suoni 

che hanno inaugarato questa mia,triste, cassa integrazione... 

sabato 28 febbraio 2009

2001:odissea nello spazio

pubblico la recensione uscita nel 1968 sul Corsera

2001: Odissea nello Spazio
di Giovanni Grazzini

Non siamo soli nell'universo. Per convincercene, e umiliare il nostro orgoglio, Stanley Kubrick (Lolita, Il dottor Stranamore) ha scritto e diretto il più clamoroso e agghiacciante film di fantascienza, o come lui dice, di "prescienza", che sinora, a quanto si sa, sia apparso sugli schermi del sistema solare.

Sviluppando il racconto "La sentinella" di Arthur C. Clarke al quale si è affiancato nella sceneggiatura, Kubrick immagina che all'alba dell'umanità, quando i nostri pelosi nonnini cessavano di spidocchiarsi soltanto per farsi le mossacce e azzannare brandelli di carne, sia giunto d'improvviso sulla Terra, chissà da dove, un lucido monolito, lavorato geometricamente da un intelletto superiore che emette segnali magnetici in direzione di Giove. Come i cavernicoli ne ricevettero i primi barlumi d'intelligenza (ma subito applicata a funesti massacri), così, milioni d'anni dopo, esattamente nel 2001, quando ormai i viaggi interspaziali sono entrati nell'uso e si è scoperta una simile lastra in un cratere della Luna, gli scienziati americani ne vengono stimolati al primo viaggio verso Giove, nella speranza di accertare da dove provenga, e perché, l'oggetto misterioso. Incaricati della missione sono cinque cosmonauti (tre dei quali ibernati) e un cervello elettronico, Hal 9000, di sviluppatissime qualità tecniche ed emotive.

Si parte, su una nave spaziale di proporzioni gigantesche, e tutto va bene finché Hal, che conversa e gioca agli scacchi coi compagni di viaggio, non comunica l'esistenza d'un guasto. Poiché, fatti i debiti controlli, l'informazione risulta falsa, i due uomini si chiedono se Hal non abbia sbagliato, e se dunque convenga continuare ad affidarsi ai suoi calcoli in un'impresa così rischiosa. Il robot, punto sul vivo, si ribella, sopprime gli ibernati e progetta di abbandonare i piloti nello spazio per portare a termine da solo il programma. Invece uno soltanto ruzzola fra le galassie; l'altro vuol vendicarsi: insensibile al grido di dolore di Hal, ora tutto impaurito, s'arma di cacciavite, ne smonta i circuiti pensanti con una specie d'operazione al cervello, e prosegue verso Giove. Giunto in periferia, vede flottare nel cosmo la lastra misteriosa, ma ormai privo del robot che forse avrebbe potuto guidarlo si perde, oltre lo spazio, nella quarta dimensione. Succhiato in un caleidoscopio di luci, fra grappoli di stelle e nuvole di gas, ritrova se stesso vecchierello e stanco, in una casa terrestre arredata in stile Luigi XVI, sempre soggetta alle leggi antiche (un bicchiere cade e si spezza), e poi si vede sul letto di morte, il braccio teso a indicare l'oggetto misterioso apparsogli in camera. Finalmente, il tempo generando il termine e il principio, non più l'uomo che conoscemmo, ma il seme stesso della vita continua a girare intorno alla Terra, ovulo dell'universo guidato da leggi inconoscibili. 2001 : Odissea nello spazio è senza dubbio un film che fa epoca, con grandi meriti e qualche grosso difetto. Questi ultimi si riassumono in una certa lentezza e macchinosità d'impianto (il film dura quasi tre ore), derivata dall'ambizione di trarre i massimi effetti spettacolari dal rito liturgico delle macchine volanti, e nel sovrappiù moralistico rappresentato dal conflitto fra i cosmonauti e il cervello meccanico: un motivo sviluppato in modo da piegare verso il comico e il patetico (nonostante la scena lancinante dell'agonia del robot) quel tono ironico su cui Kubrick gioca da maestro di valzer nella prima metà, e trionfa nell'idea di commentare i solenni viaggi spaziali con la musica del Bel Danubio Blu.

Preoccupato di far buona figura anche come direttore di coscienza, Kubrick prende una cantonata. Il monito levato contro la civiltà delle macchine, in procinto di essere divorata dai perfettissimi aggeggi che ha costruito, appartiene a una polemica un po' vecchiotta. Ben altra maturità Kubrick dimostra nell'impianto allegorico del film, lasciandoci incerti sulla natura e la provenienza di quel monolito enigmatico, in cui si può leggere indifferentemente la radice dell'Essere, Dio, il numero, la Coscienza, la Tavola della Legge e il Primo Mattone dell'universo. E' da questa polivalenza di significati minacciosi che il film trae un'inquietudine, un senso arcano, nell'ostile silenzio della ragione, di cui sarebbe sprovvisto se tutto fosse meglio spiegato; e cui fanno da contrappunto, sempre nell'ordine di un'invenzione sinistra, sia la rappresentazione gelida della civiltà del Duemila, simbolizzata nelle implacabili apparecchiature elettroniche, sia gli astratti furori visivi della galassia di Giove, dove il delirio delle forme e del colore provoca una forte emozione negli spettatori non avvezzi alle ricerche espressive del cinema psichedelico. A suo modo 2001: Odissea nello spazio è dunque per molti versi un film del terrore, sul terrore dell'infinito, in cui ai castelli polverosi abitati dai fantasmi, al cigolio delle porte, ai maggiordomi tenebrosi, si sostituiscono stazioni cosmiche dai lugubri riflessi metallici, click di pulsanti e ronzii di valvole, stridori di sfere iperuranie e simulacri di uomini avviati senza sorrisi verso l'ignoto. C'è altrettanto incubo, ma nella cornice strepitosa del cinerama, e con missili, capsule, aerobus a spasso fra le stelle realizzati per mezzo d'una fantasia scenografica quale sinora il cinema d'anticipazione non aveva posseduto. Un film da vedere, e tuttavia a mente riposata, forse senza i bambini.

Corriere della Sera, 13/12/1968
fonte:www.archivio.kubrick.it
http://www.wikio.it
Aggregatore rss
free counters
Bottone Scambio Directory Pubblicitaonline.it