lunedì 10 ottobre 2011

no alla pena di morte

Questo blog è molto sensibile al tema della pena di morte e con orrore ha appreso che Nina Semyonovna, madre di Andrei Burdyka, ha avuto conferma che suo figlio era stato messo a morte due mesi dopo l'esecuzione, quando le autorità le hanno detto che poteva ritirare il certificato di morte.
Nina non ha avuto modo di dire addio a suo figlio, perché in Bielorussia le famiglie vengono informate dell'esecuzione solo settimane o mesi dopo. Non ha una tomba su cui piangere, perché in questo paese, ai familiari non viene restituito il corpo dei loro cari né viene detto dove sono stati sepolti. I prigionieri non possono prepararsi alla morte, perché sanno dell'esecuzione solo qualche minuto prima che avvenga, con un colpo di proiettile alla nuca.
In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty chiede la fine delle esecuzioni in Bielorussia, unico paese in Europa a pretendere di uccidere in nome della giustizia.
Certe volte penso che ancora non siamo nel 2011,pieno di pc,palmari e iphone,ma nel più buio medioevo.Mah!
fonte:Amnesty International

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