Roma, 29 nov. (questa notizia la cito da :Adnkronos/Ign) - Opposizione all'attacco sul decreto anticrisi varato ieri dal governo. La norma che fa insorgere il Pd è quella che riguarda l'aumento dell'Iva dal 10 al 20% sulla pay tv.
E' decisa la presa di posizione di Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazione del Partito democratico, che nota: '''Il raddoppio dell'Iva per la tv a pagamento inserito a sorpresa nel decreto anticrisi del governo ha tutta l'aria di un blitz contro Sky, il principale concorrente privato di Mediaset''.
''L'azienda di proprietà della famiglia Berlusconi - sottolinea - non è infatti coinvolta dall'aumento visto che la norma del 1995 abrogata ieri riguarda solo la tv via satellite e via cavo. L'eventuale coinvolgimento di Mediaset, lamentato dall'azienda di Cologno ieri a tarda sera, sarebbe comunque insignificante perché relativo soltanto non alle carte prepagate del calcio ma agli abbonamenti mensili per alcuni canali digitali. In pratica, anche se fosse vero questo coinvolgimento, sarebbe infinitesimale''.
In ogni caso, aggiunge Gentiloni, ''sarebbe molto grave che ad essere colpiti dal blitz governativo fossero alla fine i quasi 5 milioni di abbonati a Sky. Nei prossimi giorni - taglia corto l'ex ministro delle Comunicazioni - ci rivolgeremo alle autorità di garanzia per verificare se la norma anti Sky non è un caso classico di quel 'sostegno privilegiato' all'azienda di proprietà di Berlusconi che è vietato anche dalla nostra blanda normativa sul conflitto di interessi''.
Mentre Pier Luigi Bersani, ministro dell'Economia nel governo ombra, cheide: ''L'onorevole Berlusconi era presente al Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto anticrisi? In quel decreto - sottolinea - c'è una tassa sulla pay-tv che pagheranno milioni di famiglie e che pesa uno per le aziende del Presidente del consiglio e cento per un suo concorrente''.
''Benché ci si siamo ormai abituati a tutto - rimarca l'ex ministro dello Sviluppo Economico - voglio credere che una simile stortura del mercato non passi inosservata. Sarà una buona occasione per sapere quanti liberali ci sono in Parlamento''.
Più esplicito il commento che arriva dal capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi; ''La 'tassa Sky' è l'ennesimo caso che dimostra ancora una volta lanecessità e l'urgenza di risolvere il conflitto d'interessi nel nostro Paese. Un'anomalia unica nel panorama delle democrazie occidentali''. Certo, prosegue l'esponente dipietrista, ''è singolare che tra i provvedimenti ce ne sia uno che colpisce direttamente un'azienda concorrente di Mediaset.Un caso del genere non sarebbe mai stato possibile né negli Usa né in un altro paese europeo''.
In precedenza si era levata la protesta dell'ad di Sky Italia, Tom Mockridge, secondo cui il provvedimento di Palazzo Chigi è in ''contrasto con l'affermazione del governo che questo pacchetto sostiene lo sviluppo delle imprese'' e rappresenta ''unaumento delle tasse per le oltre 4.6 milioni di famiglie italiane che hanno liberamente scelto i programmi di Sky''.
''In un fase di crisi economica i governi - rileva Mockridge in una nota - lavorano per trovare una soluzione che aumenti la capacità di spesa dei cittadini e sostenga la crescita delle imprese con l'obiettivo di generare sviluppo e nuovi posti di lavoro. Ad esempio, questa settimana, il primo ministro inglese Gordon Brown ha annunciato una riduzione dell'Iva dal 17,5% al 15%. Ieri il governo Italiano ha annunciato invece una misura che va nella direzione opposta: il raddoppio dell'Iva sugli abbonamenti alla pay-tv dal 10 al 20%''.
Con la decisione annunciata ieri, aggiunge Mockridge, ''le tasse generate grazie agli abbonati di SKY cresceranno a 580 milioni di euro, una crescita evidentemente in contrasto con l'affermazione del governo che questo pacchetto 'sostiene lo sviluppo delle imprese'''.
Da un punto di vista industriale inoltre questo aumento delle imposte, rileva ancora l'ad di Sky Italia ''si applica solo ai clienti della pay-tv, un settore che proprio in questo periodo di crisi stava dimostrando fiducia e potenzialità di crescita, mentre i clienti dei prodotti editoriali stampati continuano ad accedere ad un'iva agevolata al 4%, così come gli abbonati della Rai quando pagano il canone, una scelta strategica che appare anch'essa in contraddizione con gli obiettivi che questo pacchetto normativo si dovrebbe porre''.
Sky, conclude, ''informerà immediatamente i suoi oltre 4,6 milioni di abbonati di questa decisione del governo di aumentare le loro tasse affinché in questi tempi difficili abbiano chiaro che cosa sta accadendo alla loro capacità di spesa''.
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