lunedì 7 dicembre 2009
la sfida del clima a copenhagen
conferenza di copenhagen sul clima.
Finalmente la grande ora è giunta:a Copenhagen si apre la Conferenza sui cambiamenti climatici,dove più di 15.000 partecipanti provenienti da 192 paesi del mondo,in due settimane,decideranno le sorti della nostra Terra.Secondo l'ONU,cioè chi ha organizzato questa gigantesca conferenza,essa rappresenta un punto di svoltanella lotta per impedire il disastro cliamatico.
Il mondo si aspetta che con questa conferenza vengano fatti concreti passi in avanti sul clima, così da gettare le basi per giungere ad un accordo di alto livello.una delle maggiori organozzazioni ambientaliste del mondo, Greenpeace,chiede a gran voce che per giungere a un accordo stringente sia necessario che gli stessi capi di stato, che hanno i maggiori poteri decisionali, partecipino direttamente al vertice di Copenaghen. Ministri e altri delegati non sono infatti in grado di prendere le decisioni necessarie in quella sede, col rischio di concludere il percorso in un “nulla di fatto”.
Greenpeace insieme a WWF chiedono inoltre:(secondo me sono i punti più importanti da raggiungere)
I Paesi industrializzati, come gruppo, devono impegnarsi a ridurre le proprie emissioni di gas serra di almeno il 40% entro il 2020, rispetto ai livelli del 1990
False soluzioni, pericolose e immature, come l’energia nucleare e la cattura e lo stoccaggio della CO2 da impianti a carbone (CCS) non devono rientrare tra le opzioni finanziabili all’interno del Protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni
La deforestazione (e le emissioni ad essa associate) deve essere fermata in tutti i paesi in via di sviluppo al più tardi entro il 2020. L’obiettivo “Deforestazione ZERO” deve essere raggiunto già entro il 2015 in Amazzonia, Congo e Indonesia.
Mantenimento dell’aumento delle temperature ben al di sotto della pericolosa soglia dei 2°C, e declino delle emissioni globali a partire dal 2017.
L’International Energy Agency ha calcolato che per ridurre di due gradi la temperatura del pianeta sono necessari 10500 miliardi di dollari di nuovi investimenti per aggiornare centrali elettriche, oleodotti e raffinerie.
Questi obiettivi sono molto ambiziosi,se i governi dei paesi più industrializzati lavoreranno duro,si riuscirà a raggiungerli.Putroppo i paesi del mondo partono alla Conferenza già divisi nei propri egoismi e questo sarà uno dei motivi del fallimento di questa conferenza(scusate il mio pessimismo.)
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